Finchè c’è #Facebook c’è speransia!

Diciamolo pure: che ansia i ricordi di Facebook! Segno tangibile di quell’inesorabile avanzare del tempo, spiazzano il nostro primo accesso mattutino sulla piattaforma social più in voga da sempre. Basta un click sulla iconcina della app per essere catapultati indietro nel tempo, semplicemente visualizzando una foto o un post vecchio anni luce. Un pezzetto remoto della memoria del passato si insinua prepotentemente nell’attimo presente. Ed ecco che se ci va bene ci scappa una fragorosa risatina sotto i baffi nel guardare qualcosa di simpaticamente stupido che facevamo da “giovani”; se ci va male ci scappa una lacrimuccia, di gioia per attimi vissuti, di tristezza perché quegli attimi sono passati, e perché forse non torneranno mai più. Ed ecco l’ansia.

L’ansia delle prime rughe che vediamo sul nostro volto riflesso nello specchio, ma che non sono minimamente presenti in quella foto lì, quella che il sarcastico signor Facebook ci ripropone, come i peperoni il giorno appresso l’ingestione. L’ansia di amicizie distanti, di amicizie trascorse, di amicizie andate. L’ansia di città bellissime visitate, di città bellissime abitate, amate. L’ansia di amori che vanno, di amori che restano. E la “speransia” che domani magari (ma magari) la foto ci faccia sorridere, di gioia, solo e soltanto di gioia.
Vorrei poter riguardare le foto quando lo dico io, vorrei poter ricordare quei momenti quando lo decido io, vorrei ridere o rimpiangere o piangere quando ne ho voglia io.
Però grazie Facebook per farlo tu per me! Tanto in fondo domani è un altro giorno…e io già riavrò dimenticato!

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