Finalmente è ritornato a Milano, nella versione integrale, il Salone del Mobile con il collaterale ed esilarante Fuori Salone: l’evento più atteso dell’anno per i design lovers come me, dove arte e architettura si mescolano in un connubio poliforme generatore di design di qualità.
Una manifestazione stimolante per chi è del settore e, perché no, anche per chi non lo è, con innumerevoli installazioni da vedere in ambienti che hanno più o meno a che fare con il mondo del design.
Tradizione, innovazione, creatività: sono le parole d’ordine più reppresentative di questa manifestazione davvero amazing, con all’attivo nell’appena trascorsa design week oltre 800 eventi incentrati sul tema “Tra spazio e tempo”.
Come sempre le cose da vedere sono tante ed è molto ma molto arduo fare una selezione delle esposizioni da visitare. Ma la vita è fatta di scelte, si sa, quindi ecco un elenco delle cose viste degne di nota secondo me, alcune tra le più gettonate, altre scoperte per caso in modalità itinerante, altre selezionate sulla base delle foto rappresentanti l’esposizione, che sono come sempre allusive e non esaustive, spesso addirittura ingannevoli.
Si parte da una delle mete più instagrammate del fuori salone, ossia via Balzaretti con i murales gentilmente offerti da Toilet Paper, visitabili anche post Fuori Salone, e con la visita all’headquarter del brand di cui sopra, dove oggetti bizzarri e divertenti colorano ogni superficie disponibile.
Poi si passa a setacciare il centro città, tra le cinque vie con gli arredi colorati firmati da designers importanti di Louis Vuitton in piazza San Babila; le ceramiche e non solo di Fornasetti; lo spazio outdoor di Natuzzi in via Durini; le innumerevoli installazioni come sempre sorprendenti all’Università degli studi “Statale” [ spicca tra tutti il labirinto di specchi fatto con la freccia del logo di Amazon ]; i raffinati allestimenti di Elle Decor a Palazzo Bovara; l’installazione super gettonata Divided Layers di Ashram e Kholer a Palazzo del Senato, con tanto di bar e bevanda gentilmente offerta; Masterly e I tubolari colorati a Palazzo Turati; la meraviglia del Museo Bagatti Valsecchi [ anche detto il Palazzo delle Meraviglie, appunto ] che fa da palcoscenico ad artisti più disparati come le opere d’arte di Eduard Locota, in cui il classicismo incontra la stampa 3D e la realtà aumentata; il Museo Poldi Pezzoli rivisitato in chiave moderna con tanto di arredi contemporanei di La Manufacture; la Terrazza Portaluppi di Buccellati rivestita di specchi che riflettono il panorama lodevole dall’alto di via Brisa.
La zona di Brera, già piacevole di suo, si arricchisce con scenari incantevoli da scovare tra i suoi vicoli, i suoi cortili e i suoi palazzi. Come l’allestimento che sprizza estate da ogni arredo in piazza San Marco, dove una grande vasca idromassaggio è stata adagiata ai piedi dell’omonima chiesa; l’eleganza delle architetture di legno e carta dai colori tenui che ospitano la collezione per la casa di Hermes presso La Pelota in via Palermo; i peluche pastello grandi e coccolosi con tessuto targato Missoni; Palazzo Clerici con i fiori vaporosi di The Art of Dreams by Porsche, che come sempre non delude mai; la fresca installazione dell’Orto Botanico; l’immensità di colori, di suoni e di arredi del Circolo Filologico Milanese; le bici appese sul soffitto di Bici Rossignoli in corso Garibaldi; Dimore gallery e l’installazione Orizzonti, rarefatta e molto scenica dal profumo vintage; via Solferino è tutto ciò che questa espone.
E poi non può mancare, ovviamente in orario pre-aperitivo, la brulicante zona di Tortona con gli spazi più celeberrimi e variegati come il Base, le esposizioni poliedriche di Superstudio, le installazioni mutevoli di Opificio 31 e l’ivi presente Ikea Festival.
Non molto distante emergeva dalle acque la Floating Forest sulla Darsena del Naviglio, pensata e progettata per l’occasione niente poco di meno che dall’architetto Stefano Boeri, si quello che sta un po’ in fissa con le cose brulicanti di verde.
E per concludere un denso weekend degno di una design week esuberante, non si poteva non andare a fare macello all’Ex Macello, un esempio di archeologia diciamo industriale [ e un bene FAI tra l’altro] che ha ospitato per la serata buona musica e tanta gente, e che a breve ospiterà qualcosa di nuovo [ è prevista la sua riqualificazione e rifunzionalizzazione ].
In appendice alcune location che erano inserite nella mia personale selezione, ma che non ho fatto in tempo a vedere perché sopraffatta dal resto delle installazioni: Dimore centrale e l’anteprima di Dropcity in via Sammartini, nei pressi della Stazione Centrale; Lee Broom con la sua illuminazione contemporanea su sfondo neoclassico a Brera; il circolo Arci Bellezza con l’esposizione tenue e confortevole di Very Simple Kitchen; Alcova e le sue sorprendenti installazioni.