#AOSTA E DINTORNI: COSA VEDERE, FARE, ASSAGGIARE

La Valle d’Aosta è una regione piccola ma succulenta, densa di storia, di tradizioni, di specialità tipiche regionali. E Aosta è una città che racchiude e sintetizza tutte le peculiarità regionali, tra vette e sapore di polenta sotto lo zero. Anche nota come “la Roma delle Alpi” per quel suo essere intrisa di resti storici romani, incastonati in un panorama montuoso non convenzionale e non riconducibile ad una Roma d’altri tempi, attrae d’estate e seduce d’inverno con quel suo ordine elegante, con le cime innevate che la circondano, con l’aria sempre frizzante, con le luci e con i mercatini di Natale tra i resti archeologici.

Ecco cosa vedere, fare e assaggiare ad Aosta e dintorni, in un weekend o in più giorni, a seconda del tempo che si ha a disposizione, tra paesaggi montuosi, strascichi romani, lasciti medioevali e sprazzi contemporanei.

La visita di Aosta non può che iniziate dal suo centro nevralgico, amministrativo, commerciale e geografico, ossia Piazza Chanoux: rettangolare e grande, semplice ma elegante, ospita palazzi di rappresentanza come il neoclassico Municipio. Ed è da qui che si diramano le vie principali del centro città, come via Sant’Anselmo, via Porta Pretoria, via Jean Baptiste de Tillier, via Croix de Ville, via Edouard Aubert, ideali per passeggiare tra le facciate storiche, tra le vetrine dei negozi e tra i tavolini dei bar pronti a dissetarci e a rifocillarci. Percorrendole ci si imbatte nei più importanti siti archeologici romani come l’imponente Arco di Augusto, la massiccia e maestosa Porta Praetoria e il magnificiente e scultoreo Teatro Romano, circondato da montagne e meraviglia.

Alle spalle delle vie più trafficate si trova la Cattedrale di Santa Maria Assunta, datata e forse un po’ trasandata ma non per questo meno affascinante. In adiacenza, ma seminterrato, si trovano il Criptoportico, un susseguirsi di volte a botte e pilastri massicci, e i resti del Foro Romano. Altri monumenti notevoli e interessanti sono la Collegiata e il chiostro di Sant’Orso con la chiesa medioevale, la Chiesa di San Lorenzo, oggi sconsacrata e sede di mostre,  e gli scavi della vecchia Basilica paleocristiana.

Passando ad un altro tipo di cultura, quella gastronomica, Aosta e la sua valle sono permeate da specialità locali da assaggiare come la famosa polenta valdostana, la fontina DOP, la celebre bresaola della Valle d’Aosta ossia la mocetta e il famoso e saporito prosciutto crudo noto come Jambon de Bosses. Per gustargli al meglio si consiglia un aperitivo con tagliere tipico ed altre specialità a La Bottegaccia, una cena tradizionale alla Trattoria Praetoria o all’Osteria da Nando. Una pasticceria coi fiocchi, invece, è la Patisserie d’Europe, all’interno dell’hotel Duca D’Aosta, che sforna lievitati fragranti e deliziosi in stile francese e pasticcini gourmet. Da segnalare, per un alloggio in pieno centro e dal sapore contemporaneo, il nuovissimo e coloratissimo Omama Social Hotel, che coniuga design e comfort in una struttura appena rinnovata.

Nei dintorni di Aosta, a circa trenta minuti di macchina si trova il Forte di Bard, un’antica fortezza, però riedificata di recente, nell’interessante borgo di Bard, sede di mostre [ ultimamente ospita una notevole temporanea di pittura di Antonio Ligabue ] e di musei ad essa collegati. Inerpicato su un’altura, si raggiunge con una lunga passeggiata o attraverso una serie di quattro ascensori panoramici che si inerpicano sulla roccia. Il biglietto d’ingresso parte da 8 € a salire, a seconda del numero di mostre che si vuole visitare.

Nello stesso raggio di distanza, ma dalla parte opposta, si trova la celeberrima Courmayer, località sciistica chic e gettonata che sorge all’ombra del maestoso Monte Bianco, con un centro piccolo ma denso, che si estende lungo via Roma e si espande sulla panoramica piazza Abbè Henry, ricco di boutique dal sapore invernale. Tra tutte spicca proprio per sapore Panizzi, una salumeria in cui è possibile acquistare formaggi e yogurt di produzione propria e affettati locali di qualità. La ridente cittadina alpina si può raggiungere anche con il bus n. 581 del trasporto urbano che parte da Aosta e arriva sin qui. All’ingresso della città, sulla rotonda d’arrivo della strada della Margherita, ad accogliere i visitatori ci sta una grande C di Courmayeur, tridimensionale e specchiata, molto fotogenica ed attraente. Da non perdere, al di là della classica sfacchinata sciistica, un giro mozzafiato sulla Sky Way, una funivia panoramica completamente vetrata che consente l’ascesa verso il Monte Bianco in pochi piacevoli minuti. In due steps, il primo, il Pavillion du mont Frety a 2173 m [ che ospita un bar, un bistrot, una terrazza panoramica, un cinema e una cantina di vinificazione ad alta quota ], e il secondo, Punta Helbronner a 3466 m, ossia il punto di arrivo nonchè il punto più alto [ che ospita un bistrot panoramico, una sala cristalli e una zona vetrata ], si scala [ in parte ] il monte più alto d’Italia, dondolati da un’affascinante cabina che approda in stazioni che più che punti di ristoro sono vere e proprie opere di alta ingegneria e architettura. Il biglietto andata/ritorno costa 25 € se ci si ferma al Pavillion, 55 € se si sale sino a Punta Helbronner: abbastanza costosa ma ne vale la pena, parola anche di una che soffre di vertigini come me!


Altri posti considerevoli nei dintorni, in un panorama montuoso un po’caotico ma davvero suggestivo, sono le Terme di Pré-Saint-Didier, per godere di un momento di puro relax aplino, il Castello [ chateau ] di Verres, i vigneti ad alta altitudine di La Salle e di Morgex, i resti del Castello [ chateau o tour ] di St. German.

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