#VENEZIA: DOVE IL RITORNO È SEMPRE UNA GIOIA

Venezia è una città unica nel suo genere dove il ritorno è sempre una gioia. È un tripudio di unicità da tracannare senza sosta, proprio come i suoi spritz. E il ritorno in genere fa sempre rima con la Biennale di Architettura, almeno per quel che mi riguarda. Delle sue attrazioni imperdibili ve ne avevo già parlato tempo fa qui. Ecco invece un articolo senza pretese dove è l’esperienza la protagonista, che sia culinaria, a medio tasso di gradazione alcolica o di mero intrattenimento.


Quindi, Biennale a parte, dove tra i padiglioni dei Giardini della Biennale e gli spazi affascinanti dell’Arsenale è facile perdersi ammirando tale riflessione sul mondo che prende vita ogni due anni, estasiati e dimentichi del tempo che scorre, lì nei pressi si possono ammirare le famose e scultoree Mani Giganti ossia il Building Bridge dell’artista Lorenzo Quinn che si toccano creando quasi un ponte tra due sponde dell’Arsenale nord.

L’esplorazione della città non può che continuare ad essere a base di architettura. E se di architettura si parla, il negozio Olivetti progettato dal celebre architetto Carlo Scarpa nel 1958, sito in piazza San Marco e oggi divenuto bene FAI, è uno dei più eclatanti esempi meglio riusciti, con la sua calibrata eleganza e geniale semplicità [ aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00 con un ticket al costo di 10 € che è possibile acquistare online ].

Da piazza San Marco, attraversando un po’ di sponde, si raggiunge la Collezione Peggy Guggenheim a Palazzo Venier dei Leoni, un museo che ospita la collezione un tempo privata e oggi pubblica del bizzarro signor Peggy e che fa rete con gli altri musei nel mondo che portano questo nome.

Nella direzione del Ponte di Rialto, splende il palazzo che prima ospitava le Poste e ancor prima un magazzino dei tedeschi, oggi noto, appunto, come Ex Fondaco dei tedeschi: un esempio di archeologia industriale rifunzionalizzato grazie alla conversione in magazzino di lusso, su progetto dello studio di architettura olandese OMA, con terrazza panoramica che vanta una vista a 360 gradi su tutta la città [ l’ingresso alla terrazza è gratuito ma con prenotazione online ].

Calle dopo calle si giunge alla famosa Biblioteca dell’acqua alta, un luogo empatico ma caotico, così carico di libri e di oggetti, dove un salto è d’obbligo anche solo per capire o per sfatare tutta questa sua fama.

Da qui è breve il salto per arrivare da Combo, un ostello/bar/ristorante nell’ex Convento dei Crociferi che sperimenta un nuovo modo di vivere la città ospitando avventori e viaggiatori non solo local ma soprattutto di ogni dove, per carpirne la sua essenza tramite l’esperienza.

Poco distante trova luogo uno dei supermercati più affascinanti del nostro Paese, il Despar Teatro Italia sviluppato interamente all’interno di un antico teatro, che merita una capatina a prescindere dal fatto che si abbia l’esigenza o meno di acquistare qualcosa.

Come merita una capatina il ponte della Costituzione, anche noto come il ponte di Calatrava, dal nome [ anzi cognome ] dell’architetto che l’ha progettato, dove è possibile passeggiare percependo ogni minima oscillazione nonchè ammirando un infarinatura generale dello skyline veneziano che ammicca con garbo.

Altre chicche da ammirare sono Palazzo Tetta, uno dei pochi palazzi a Venezia circondato per tre lati dall’acqua; Palazzo Contarini del Bovolo, con la sua scala esterna gotica ed ammaliante; la Casa dei tre Oci, un’architettura di ispirazione neogotica che ospita dei fondi fotografici sull’isola della Giudecca; il meraviglioso quattrocentesco Arco del Paradiso, a calle del Paradiso appunto, anche nota per la sporgenza dei suoi barbacani.

Eccoci giungere finalmente al paragrafo più saporito, che ovviamente parte da una corposa lista dei migliori Bacari veneziani, quell’incrocio tra bar e osteria tipica, tutto veneziano, che tanto ricorda le taberne spagnole che servono pinchos e tapas, ma che qui invece servono i famosi cicchetti, sfiziose fettine di pane bianco e croccante condite con specialità locali e accompagnate da ottimi spritz a base di Aperol, Campari, entrambi o Select: Bancogiro, per dei cicchetti superlativi con vista ma anche per una cena particolare; Bar all’Arco, il più quotato e pare anche il più buono (aperto dalle 9,00 alle 14,00, quindi solo a pranzo); Cantina Do Spade, tanto celebre e gettonata quanto fresca e giovanile; Cantina Do Mori, un luogo rustico e caratteristico dove il vino è di produzione propria e le polpette di tonno, tra i tanti cicchetti, sono una vera delizia; Al Mercà, per aperitivi al sapore di mare nei pressi del ponte di Rialto; Bar da Lele, dove i chicchetti sotto forma di paninetti tondi e creativamente farciti vanno a ruba già dalle prime ore del mattino insieme ai suoi economici bicchierini di vino; Basegò, per i cicchetti più estrosi, più sfiziosi e più contemporanei di tutta la città.

Per una sosta dolce, che può variare dalla colazione alla merenda, ecco in pole position Pasticceria Tonolo con delle brioche e dei dolci deliziosi e Bar Rosa Salva, dove spiccano per bontà non solo i dolci ma anche e soprattutto i suoi celebri tramezzini rigorosamente salati.

Ma Venezia è anche Mestre, la sua area meno speciale ma pur sempre gradevole collocata sulla terra ferma, che da qualche anno sta subendo una piacevole trasformazione e un contemporaneo rinnovamento, come dimostrano l’ M9 – Museo del ‘900 progettato dallo studio Sauerbruch Hutton, un museo esperenziale che racconta in maniera interattiva e multimediale la storia del ‘900, che riverbera nella riqualificazione dell’intera area in cui si trova, tra piazze spaziose, spazi pubblici all’aperto e l’installazione Oxymoron [ visitabile grazie alla mostra in corso proprio su Sauerbruch Hutton ]. Camminando per le vie del centro di Mestre si possono apprezzare anche il Teatro Toniolo, la Galleria Matteotti, Piazza Ferretto e la Torre dell’orologio con quel suo mix tra vecchio e nuovo.

Se il languorino fa capolino anche a Mestre, si può cicchettare di gusto a La Ceola, fare un brunch dal sapore internazionale e superlativo da Brunch Repubblic o assaggiare dolci d’alto livello alla Pasticceria Bido.

Perchè Venezia è da mangiare non solo con lo sguardo.

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