In un Abruzzo che profuma più di mare che di montagna, più di sud che di centro, ecco brillare una stella Michelin appena varcato il confine della regione. Il ristorante che se l’accaparra oramai da anni è Al Metró, si trova a San Salvo marina in provincia di Chieti, nel locale ora rinnovato che anni or sono ospitava la pasticceria di famiglia, circondato da locali trasandati e da edilizia estiva ammorbata dalla salsedine. I padroni di casa sono i fratelli Fossaceca, uno chef e uno sommelier, che accolgono gli ospiti con attenta discrezione.
La location è contemporanea ed essenziale, elegante ma senza fronzoli, progettata dall’architetto abruzzese Leonardo De Carlo. Il menú è genuino, il costo gentile, il servizio garbato ma non indisponente. Il pesce fresco è il protagonista della maggior parte delle portate, con brevi incursioni di piatti di terra tipici della tradizione regionale. Perché si, è la cucina tradizionale abruzzese ad essere la regina del pasto, trattata con tollerante originalità, “una cucina che sa guardare alla cultura gastronomica contemporanea a partire da una profonda radice territoriale.”
La scelta può ricadere tra due menu, uno classico, attualmente al costo di 75€, che offre sei portate di piatti tipici rivisitati, e uno contemporaneo, attualmente al costo di 100€, che propone otto portare a mano libera ideate dallo chef. I vini e gli aperitivi hanno un costo onesto considerando in genere l’elevata speculazione a riguardo in altri ristoranti “di alto rango”.
Dopo esserci stata un po’ di anni fa, ci sono volentieri ritornata qualche mese fa, e anche questa volta la mia scelta è ricaduta sul menu classico, perché il primo amore non si scorda mai. Dopo il classico entreè di benvenuto, che prevede finger food gustoso e sfizioso contornato dai loro croccantissimi grissini e dal loro fragrantissimo pane, ecco giungere la prima portata che porta in serbo una profusa manciata di mare: la Cicoria e cicale di mare, appunto. A seguire la loro celeberrima Triglia in skapece espressa così egregiamente croccante da fare invidia a qualsiasi tempura perfetta mangiata in Sol Levante; il primo piatto, protagonista indiscusso di tutto il pasto, costituito da Ravioli di ricotta in brodetto di crostacei, succulenti ed avvolgenti nel loro essere così gustosi e delicati; il secondo, ossia la Ricciola laccata di mele e cipolle, così tenero il pesce e così croccante l’erbetta che la contorna che rasentano insieme la perfezione; il tanto atteso dolce, la Creme Brulè al cardamomo, albicocca e gelato alla mandorla, fresco e deciso, che è indubbiamente il dessert perfetto per concludere con grinta un pranzo a base di pesce. Dulcis in fundo fundo, la piccola pasticceria, ovvero l’apoteosi per i golosi come me.
Un pranzo sostanzioso e strepitoso che esalta la vera essenza dei sapori, senza strafare, senza forzare, senza lasciare interdetti. Un’esperienza attuale dal retrogusto tradizionale, che non presenta difetti e che estasia. Ineccepibile la qualità e la bontà di questa stella che illumina la costa abruzzese.
[ Da segnalare la squisitezza del loro sushi d’asporto preparato tutti i weekend della red zone come palliativo: ogni uramaki aveva un sapore tale da far catapultare le papille gustative subito in Giappone. ]