Avevo voglia di Grecia. Una pazza voglia di Grecia. Di ritornare ad esplorare questa terra meravigliosa. Di yogurt colato come tradizione locale comanda. Di porte azzurre. Di olive verdi giganti. Di piante pungenti di fico che tanto mi fanno sentire a casa. Di miele dolce colato su ogni dove. Di api colorate e svolazzanti ovunque. Di feta adagiata su pomodori rossi dolci e giganti. Di mare azzurro intenso, fresco e profondo. Di torte sfogliate dolci e salate. Di correre tra filari di case bianche lucenti morbide e smussate. Di asini adornati come unico mezzo di trasporto. Di scogliere rigogliose e frastagliate a picco sul mare.
E così eccomi approdare sull’isola greca per eccellenza, Santorini, dopo una breve tappa ad Atene.
Unica e indescrivibile, con quell’azzurro indiscreto che dal cielo si riversa nel mare e si dimena sino a pervadere le cupole rotonde delle sue magnifiche costruzioni smussate, è considerata l’isola più bella della Grecia. La più elegante, ma anche la più caotica, con una marea di turisti che si riversa per le viuzze delle città più frequentate che si affacciano sulla Caldera, quell’insenatura pittoresca che abbraccia il cratere del vulcano che un tempo faceva parte dell’isola e che, eruttando, ha dato origine all’isola così come la ammiriamo oggi.
Santorini è un subbuglio di architetture che rimbalzano dal lusso alla decadenza, da nord a sud, dalla natura selvaggia al design più ricercato. È la parte più estrinseca della sua peculiare bellezza.
Santorini è bella, bellissima. Ma, dal punto di vista della fruibilità pratica, risulta alquanto arretrata se si considerano i servizi pubblici che offre ai suoi ospiti: i mezzi pubblici sono scarsi, sono spesso affollati (soprattutto in alta stagione, cioè da giugno a settembre) e non sempre rispettano gli orari, orari che cambiano nei vari giorni e che vengono scritti a penna quotidianamente su di una piccola bacheca posta nell’unico capolinea dei bus a Thira; il capolinea di Thira è l’unico punto di interscambio dei vari autobus (se per esempio dovete andare da Oia a Perissa dovete fare cambio di autobus a Thira); i taxi sono costosi e poco diffusi; se si decide di affittare un’auto risulta complicato trovare un parcheggio e se si sceglie di noleggiare uno scooter potrebbe risultare un po’ pericoloso percorrere le sue strade ripide e tortuose per via della configurazione geografica dell’isola vulcanica e, non da meno, per quel loro modo di guidare un po’azzardato e poco prudente; molti dei suoi abitanti non parlano inglese e sono spesso scortesi e restii ad aiutare un turista in difficoltà. Ciò però, seppur può influire sulla qualità della vacanza, non inficia minimamente sullo splendore naturalistico e architettonico di ogni singola zona dell’isola.
Ecco cosa vedere, fare, assaggiare nell’isola più magica dell’intera Grecia.
• THIRA (o FIRA)
Thira, anche detta Fira, è il capoluogo dell’isola, nonché il suo centro geometrico. È qui che si ha il primo approccio con l’isola, giungendo o dall’aeroporto collocato a est o dal porto collocato ad ovest, a seconda che si raggiunga l’isola in aereo direttamente dall’Italia o in traghetto dal porto del Pireo, nei pressi di Atene (in entrambi i casi c’è un autobus che collega aeroporto o porto al centro di Fira; per di più se si giunge al porto e si si ha un olfatto tollerante, si può scegliere di effettuare la rapida risalita verso il centro città cavalcando un asino: provare per credere).
È qui, a Fira, che trova luogo l’unico capolinea dei bus pubblici che percorrono l’isola, l’unica stazione dei taxi, gli unici supermercati degni di essere chiamati tali. Da non perdere la purezza del bianco della Cattedrale Metropolitana Ortodossa, che rimembra profili arabeggianti; la Cattedrale di San Giovanni Battista con le cupole e le facciate colorate e il monastero cattolico dei Domenicani; la vista panoramica mozzafiato sulla Caldera che ridiscende a picco verso il porto; il susseguirsi della scalinata ripida che, ridiscende, anche questa verso il porto, falcata da asini umili e ricurvi legati tra di loro da intrecci colorati; le vie del centro intricate e colorate, come la via d’oro con vista panoramica, piazza Theoto Kopoulou, via 25 marzo, via Ipapantis.
Da Fira parte un percorso pedonale che si configura come un sentiero panoramico piallato nella parte più alta della costa frastagliata e rocciosa, che la collega a Imerovigli e a Oia in circa 3 ore di passeggiata in stile trekking.
Per colazione, per merenda o per un drink una piacevole sosta si può fare da The Pure che serve, tra l’altro, dell’ottimo caffè.
• OIA
Oia è decisamente il paese più affascinante dell’isola di Santorini, collocato nel suo estremo nord-ovest. Tra mulini dai toni caldi, architetture bianche dagli angoli smussati e cupole azzurre raffinate, racchiude un patrimonio architettonico davvero pregiato che si incastona sul versante della Cladera più eloquente che ci sia. Un fascino vivace caratterizzato da pantoni che gasano con quell’abbaglio di estate e quel conseguente profumo di mare che anela negli occhi.
Oia è la più affollata, la più elegante, la più cara. Ed è qui che abbiamo scelto di alloggiare per godere al meglio e quanto più possibile della sua bellezza. Abbiamo prenotato una stanza che trasudava Grecia da ogni parete presso Fava Eco Suites, una struttura un po’ fuori mano che si trova nel cuore del villaggio Finikia, lontano dal caos del centro. Da qui il centro di Oia si raggiunge a piedi in maniera non perfettamente comoda. Oia è da scoprire a piedi, da scartare lentamente, da snocciolare con calma curiosità vagando per vicoli, discese, scalinate spesso celate. Da non perdere: una tranquilla passeggiata per la via principale del centro, via Nikolaou Nomikou, con vista mare panoramica sulla Caldera, tra negozi di abbigliamento e di souvenir e locali dove bere o mangiare qualcosa; la chiesetta di S. Giorgio, con quell’ampio piazzale antistante e la Cappella bianca e pura a picco sul mare che si trova un po’ più avanti; la Cattedrale posta in pieno centro con una piccola e carina piazza centrale; la vista panoramica più fotografata dell’isola che volge lo sguardo verso le famose cupole blu (la si riconosce per via del grumo di gente ivi sempre presente, intenta a scattare foto); le rovine del Castello Bizantino; i tre mulini che si affacciano sulla parte più bucolica del paese.
Qualche oggetto ricercato, che sia un souvenir o un capo di abbigliamento, può esser acquistato da Speira, un concept store a cielo aperto che si distingue dalla media. Per un pranzo veloce in pieno centro si può sperare di trovare posto da Meltini per un pasto a base di meze, oppure fermarsi da Pitogyros per divorare un gyros succulento. Un dolce tipico instagrammabile e panoramico può esser gustato, invece, sulla terrazza della Pasticceria Melenio, accompagnato da bevande a base di caffè.
Quando sta per sopraggiungere l’ora del tanto agognato ed ambito tramonto, che, ve lo assicuro, viene accolto con un clamoroso applauso al calar del sole, c’è solo una cosa da fare: abissarsi lungo la baia di Ammoudi. Dopo una sfilza di ripidi e scivolosi gradini, si giunge nella celebre caletta con il porticciolo dei pescatori e con i ristoranti vista mare, dove è possibile ammirare il tramonto magari deliziandosi con polpi stesi al sole, flaccidi e imbruniti, pronti ad essere adagiati sui carboni ardenti, ad essere addentati da palati affamati, come quelli esposti dal ristorante Sunset. Da non perdere una cena da Dimitris, per mangiare pesce fresco, formaggio fritto e le celebri frittelle di pomodori, cullati dal dondolio del mare. Ricordatevi di prenotare perchè è sempre pieno, soprattutto nell’ora del tramonto. Per risalire bisogna essere allenati, oppure bisogna avere un olfatto poco reattivo per poter cavalcare un asino che agevola la risalita.
Sullo stesso lembo di costa, ma su di un’altra insenatura, si trova la spiaggia di Armeni con la sua sabbia nera ed il relativo porto.
Finikia è un villaggio ai margini di Oia, un po’ bucolico un po’chic, dal gusto raffinato e dal sapore autentico. Tra resort di lusso, case autentiche e costruzioni abbandonate decrepite, ci si imbatte in pochi turisti curiosi, in autoctoni in procinto di svolgere attività quotidiane, in contadini chini su una fertile terra rossa, in viste mozzafiato verso una distesa di mare azzurro che pare infinito, in localini prelibati dove gustare appunto prelibatezze del posto.
Lefkes è uno dei locali più belli e più buoni dell’intera isola, con un design ricercato dal gusto tradizionale e raffinato, in cui vengono preparati piatti tipici e non con estro e maestria, serviti in maniera creativa e in porzioni abbondanti. Meze Meze è invece un gradevole e cordiale bistrot in stile greco che serve una vasta scelta di meze, i tipici antipasti locali, preparati in maniera eccelsa, ma anche piatti principali come una saporitissima moussaka da leccarsi i baffi. Krinaki è una taverna in perfetto stile locale, semplice e genuina, che prepara piatti tradizionali dal sapore autentico con una mutevole scelta di piatti del giorno a base di ingredienti freschissimi. E per quest’ultima scoperta non posso che ringraziare Nicoletta di One Quarter Greek , la scrittrice e fondatrice di quel blog incentrato sulla Grecia che offre una serie di spunti e di curiosità davvero preziosi.
• IMEROVIGLI
Tra Thira e Oia, si trova la città di Imerovigli, a metà strada tra l’una e l’altra e a metà strada tra l’aspetto dell’una e l’aspetto dell’altra. Collocata sul promontorio più alto dell’isola, a circa 300 metri sopra il livello del mare, gode di una vista panoramica privilegiata sulle isole vulcaniche dirimpettaie. Oltre ad una passeggiata per le viuzze suggestive del centro, si può visitare la Cappella di Panagia Theoskepasti, eretta su di una enorme roccia, e le rovine della Fortezza di Skaro, non molto lontano dal centro e anche queste costruite in cima ad un masso. Accanto si trova il paesino di Firostefani.
• MEGALOCHORI
Fuggire dal caos dei luoghi più blasonati: è quello che più mi incanta in un viaggio. Megalochori è un piccolo villaggio a sud, bianco, azzurro, elegante e poco battuto dai turisti. Cupole sgargianti e un portale d’accesso al centro storico aulico ed elaborato, fatto di archi che si inerpicano verso l’alto e di campane appese ad ognuno di essi. La via principale spacca in due il piccolo centro e si anima nella piazza principale fatta di locali e bar; ma è nelle traverse adiacenti che si compie la vera magia, tra porte azzurre, finestre assolate, cupole blu intenso, chiesette colorate, natura arida. Da non perdere un pit stop alcolico nella Cantina Gavalas, dove è possibile fare una degustazione dei loro vini accompagnati da un’esplicativa descrizione, da stuzzichini locali e da una visita nella parte cruciale della cantina.
Per una pausa dolce o salata ci si può fermare da The Family, una sorta di boulangerie di passaggio collocata proprio all’ingresso del paese.
• PYRGOS
Non lontano da Megalochori si trova la cittadina di Pyrgos. Dei locals un po’ basiti mi hanno chiesto perché desideravo visitare Pyrgos, l’ex capoluogo di Santorini, nonché uno dei borghi più autentici dell’isola. Beh, basta guardare qualche scatto che la ritrae per comprenderne il motivo. Per le bellezza intricata in quel dedalo di viuzze bianche e rotonde; per le ampie vedute sul mare pacato; per le cupole così azzurre che si confondono con quel cielo così azzurro; per la bassa concentrazione di turisti e l’alta disponibilità degli autoctoni, per la tranquillità che si respira tra le costruzioni candide di questo borgo autentico. Innumerevoli chiese dai toni caldi, un castello in rovina, salite e discese, gradini e stradine, vicoli bianchi abbacinanti di luce che si contorcono per seguire l’andamento curvilineo della collina su cui sorge la città, gente autentica: Pyrgos è tutto questo. Da non perdere un giro a sentimento per il centro, un salto tra le rovine del castello medioevale veneziano (pare che questa città fu fondata intorno al 1400 proprio dai veneziani), la chiesa di San Giorgio, la chiesa Agios Nikolaus Theotokaki e, per i più avventurieri e sportivi, una visita al Monastero di Profitis Ilias, che si trova in cima ad un’alta collina.
• PERISSA BEACH e KAMARI BEACH
Discendendo verso sud, verso il profondo sud, si raggiungono le due località marittime per eccellenza.
Tuffo in acqua gelida con sottofondo di spiaggia nera vulcanica e sfondo dipinto di cupole azzurre e cielo che più azzurro non si può: questa è Perissa, una delle mete più ambite dell’isola per trascorrere una giornata di relax sulla spiaggia. La spiaggia più cool è molto probabilmente Demilmar Beach Club, che propone un servizio top in un’atmosfera contemporanea e rilassante, nella quale è possibile anche gustare piatti tipici e non comodamente adagiati all’ombra di uno dei loro comodi lettini. Non lontano si trova la splendida chiesa di Santa Croce, con una torre campanaria ben decorata avvolta nella natura.
Subito dopo, aldilà di una collina, si estende la spiaggia di Kamari.
Per visitare al completo l’isola, per cercare di esaurire le attrazioni principali, non bisognerebbe poi perdersi il villaggio di Akrotiri, con il sito archeologico principale dell’isola e la celebre Spiaggia Rossa; il villaggio di Emporio con le sue chiese dalle chiome blu; la contemplazione dinanzi il faro isolano; una tappa a Therasia, l’isola divenuta tale a seguito di un’importante eruzione vulcanica, e una tappa a Nea Kameni, l’isolotto che contiene ben tre crateri del vulcano Santorini; un tour enologico che tocchi le varie cantine dell’isola collocate a sud, nei pressi di Megalochori, come Santo Wines, Venetsanos e Estate Argyros.
Io a Santorini ho rischiato di soffermarmi più a lungo del dovuto poiché, a causa di una mareggiata causata dal vento forte che si è scatenato il giorno della mia partenza, il viaggio in catamarano che ci avrebbe dovuti ricondurre al Pireo è stato annullato. I voli per Atene erano tutti sold out, pieni, colmi. Qualche traghetto però è partito nonostante il cattivo tempo e così siamo riusciti a trovare posto sulla prima traversata utile per rientrare ad Atene, grazie ad un’agenzia di viaggio molto pragmatica, ad un tassista che ci ha catapultati al porto alla velocità della luce (dopo però un’estenuante attesa dello stesso) e ad un pizzico di fortuna intraprendente. Col senno di poi mi avrebbe fatto più che piacere rimanere “bloccata” su di una meravigliosa isola del genere sino al placarsi del vento, delle onde, anche se probabilmente avrei depauperato e prosciugato tutto il mio conto in banca per trascorrervi qualche notte in più.
( Per geolocalizzare i luoghi citati, come una buona parte di attrazioni e ristoranti, visita la pagina del blog MYMAPS )