Nel cuore del centro storico di Lecce, tra le viuzze dense di arte, di storia e di movida, spicca per carattere un ristorante enigmatico ed intrigante che, benché le vetrate non lasciano spazio all’immaginazione, propone piatti con accostamenti inimmaginabili. E’ Bros’, un ristorante dal fare dinamico e dall’anima decisa, che si è da poco accaparrato la sua prima stella Michelin.
Composizioni ardite, presentazioni scenografiche, servizio servizievole, staff giovane, fresco e dinamico, ben si abbinano a ingredienti della terra salentina di primissima qualità e a vini disparati di livello. Il padrone di casa é il giovanissimo chef Floriano Pellegrino, accompagnato da un’equipe internazionale di giovani chef intraprendenti e dall’altrettanto giovanissima e conosciutissima pasticcera ambita Isabella Potì.
Ma arriviamo al dunque: cosa si mangia da Bros’? A riguardo bisogna aprire una dovuta parentesi: da Bros’ si mangia non solo con la bocca, ma anche con gli occhi e, soprattutto, con il cuore, che palpita e scalpita in preda alle emozioni che pervadono le papille gustative. La scelta più esaustiva è sicuramente quella di ordinare un menù degustazione, che varia di stagione in stagione ed offre un esplicativo ventaglio sulla cucina ivi preparata. Il menù degustazione di base, che comprende cinque portate più entree e pre dessert annessi e connessi, ad Ottobre 2018, mese della mia visita, quindi prima che il ristorante fosse insignito con la tanto attesa stella Michelin, costava 70€ a testa, vini esclusi. Oggi il prezzo sarà leggermente salito essendo anche cresciuta la nomea del luogo. I piatti a la carté oscillano prevalentemente tra i 20 e i 30€ e sono in linea con la qualità servita, con la ricerca proposta e con le aspettative che difficilmente verranno deluse dopo aver visssuto una simile esperienza culinaria che affonda le sue radici nell’estro più estremo.
Ecco tutto quello che ho avuto la possibilità di degustare durante una cena esplorativa nei meandri dell’estremizzazione da Bros’, dove ovviamente la scelta è ricaduta, come già vi ho accennato, sul menù degustazione: per antipasto una ciotola dal gusto forte, deciso e coraggioso composta da Cipolla, amarena, tapioca; come primo Linguine, Pistacchio e Liquamen, che si sono rivelate delle linguine estremamente al dente con un’idea di pistacchio e un sovrastante sapore di Liquamen; come secondo di terra Maiale, Arachidi e Lattuga, un filetto soffice e rosa di maiale su una base di pesto di arachidi contornato da una foglia di lattuga cotta e insaporita in una maniera non scontata dal sapore godereccio; come secondo di mare un filetto di Pesce al grasso rancido con Patata, Friggitiello e Oliva Cellina, che racchiudeva in un sol boccone il gusto più intenso e denso del Salento. Ad alternare e smorzare le portate principali ci sono stati serviti i paninetti con il marchio Bros’ fritti, soffici e croccanti, adagiati sulla classica vaporiera in bambù tipica del sud est asiatico, che ricordano vagamente la pasta del panzerotto (alias calzone) fritto e il dissetante brodo caldo speziato, dal sapore fresco e dolciastro, a base di un’infusione di zenzero e cannella che viene versata su di un piatto con delle lettere colorate ad hoc, che altro non sono che piccole caramelle alla frutta del tutto naturali. Ed infine dulcis in fundo, nel vero senso della parola, e non solo perchè siamo arrivati al dessert ma perchè il dolce è stato sicuramente il piatto che mi ha più piacevolmente sorpresa, il celebre Uovo fucking cold, un dolce stratificato dalle consistenze differenti e dal gusto sorprendente, servito in guscio metallico a forma di uovo adagiato su di un piatto colmo di ghiaccio trito e composto da uno strato croccante, da uno strato tiepido, da uno strato dolce, da uno strato salato, da uno strato freddo.
Ma non è finita qui: dopo il conto, prima di varcare l’uscio del ristorante e rimmergersi nei toni caldi del barocco leccese, lo chef accoglie gli ospiti per un saluto e per offrire un cadeau take away, in genere durante la bella stagione a base di fresco latte di mandorla home made, invece nei mesi più freddi a base di cioccolata calda aromatizzata, accompagnato da una cartolina in busta dove viene impresso un modo di dire salentino.
Ricerca, una passione frizzante ed una freschezza formale, si riversano in ogni pietanza, dal modo in cui viene preparata alla maniera in cui viene servita, perchè “l’essenziale è visibile al gusto“.
Questo è Bros’: non un semplice ristorante ma un luogo iconico dove la ricerca prende gusto. Per cene impossibili che divengono possibili.
• BROS’
via degli Acaya 2, Lecce
Per conoscere meglio questo mondo, per sbirciare il menu e per prenotazioni: https://www.brosrestaurant.it/ .