La capitale tedesca, culla di una lunga storia e di un’estrosa contemporaneità, ha sempre attratto i viaggiatori seriali provenienti da ogni dove con il suo savoir-faire dinamico e multiculturale che dona svago e felicità. E’ una città da scoprire in itinere, in un altalenante alternarsi di armonia e di degrado. Un susseguirsi di cantieri qua e là ne fanno un territorio in continuo divenire che promette un futuro roseo. Attraversata dal flebile fiume Sprea che lambisce con una velata malinconia i punti più salienti, colpisce ma non rapisce con le sue stonate sfumature di storia, di cultura, di architettura che hanno tanto, tantissimo da raccontare.
Ogni interstizio urbano di questa città ha a che fare con un brano di storia che conduce ad una triste storia, ad una latente commemorazione che non conosce confini, ad una voglia di ricominciare facendo librare i propri sogni.
Per un’infarinatura generale di ciò che si andrà a visitare e per pianificare almeno un minimo il viaggio, risulta utilissimo consultare il sito ufficiale dell’ente del turismo di Berlino Visiti Berlin e il Visit Berlin Blog che offre un sacco di chicche da appuntare, nonchè scaricare l’app About Berlin da consultare durante l’itinerario di viaggio.
Non appena si giunge in aeroporto, che sia quello di centrale di Tegel o quello periferico di Schonefeld, entrambi collegati da linea ferroviaria veloce al centro cittadino, la prima cosa da fare è sicuramente acquistare la Berlin Welcome Card con validità per l’intera durata del viaggio che comprende l’utilizzo dei mezzi pubblici in modalità gratuita, degli sconti sul biglietto di ingresso in varie attrazioni della città (come musei, ristoranti, ecc…) e una piccola guida di viaggio comprensiva di una mappa alquanto esaustiva.
Gli alloggi berlinesi non sono propriamente economici, gli hotel costano un tantino troppo e gli appartamenti non sono propriamente da meno. Se si vuole puntare al risparmio si può scegliere tra uno dei tanti ostelli disponibili o prenotare uno tra gli hotel più economici della città:l’Ibis Budget.
Il costo della vita è contenuto: si mangia, si beve, si fa shopping e si visitano siti culturali spendendo il giusto, se si esclude il costo dei mezzi del trasporto pubblico, che è superiore rispetto alla media italiana ma che è ripagato da puntualità ed organizzazione.
Curiosità: passeggiando per la città capiterà spesso di imbattersi in tubature vaganti e colorate, collegate tra loro in un percorso che si sopraeleva dal terreno, si contorce e si sussegue. Questi tubi, tra il rude e il divertente, sono una simpatica e geniale opera di ingegneria civile, dato che servono a drenare il terreno paludoso su cui si erige Berlino, risucchiando l’acqua dal terreno di fondazione per poi riversarla nel fiume Sprea.
Ecco un’accurata selezione di cose da vedere, da fare, da assaggiare in un viaggio di almeno tre giorni, meglio ancora se quattro, a Berlino.
#DAY1
Il primo giorno da trascorrere a Berlino non può che cominciare percorrendo ed ammirando i punti salienti di questa straordinaria città, che si articolano nel cuore del centralissimo quartiere Mitte, il vero e proprio centro storico. Si parte dalla rinomata Porta di Brandeburgo, simbolo eloquente della capitale tedesca, da fotografare e spulciare con gli occhi, con l’ampia piazza antistante che la accoglie, Pariser Platz, circondata da edifici importanti tra cui spicca la sede della DG Bank, con un’interno stravagante progettato da Frank O. Ghery e la singolare Accademia delle Arti. Si passa poi ad una visita accurata del Reichstag di Berlino, il Parlamento fedelmente ricostruito dopo esser stato distrutto dalla guerra, sormontato dalla leggiadra cupola trasparente, percorribile e panoramica progettata da Norman Foster. La visita è gratuita ma avviene eslusivamente previa prenotazione on line sul sito ufficiale da fare qualche giorno prima per scegliere l’orario e il giorno desiderato. Da qui ci si addentra nel cuore del parco Tiergarten dominato dalla centrale e svettante colonna delle Vittoria, da una vasta distesa di prati e alberi opacizzati dalla stagione invernale, da una serie di edifici di rappresentanza come la ricurva Haus Der Kulturen Der Welt, il Bundeskanzleramt, enorme palazzo della cancelleria federale, la Schloss Bellevue, residenza ufficiale del Presidente tedesco.
Costeggiando il lungo fiume si raggiunge lo storico caffè berlinese Konditorei Buchwald, una delle pasticcerie più antiche e rinomate delle città che, devo ammetterlo, ha altamente deluso le mie aspettative con torte dal sapore scialbo e prezzi esagerati.
Il tour prosegue passando in rassegna importanti edifici che hanno fatto la storia dell’architettura contemporanea del ‘900 come il tangibile edificio dell’Archivio Bauhaus, momentaneamente chiuso per lavori; la lucente Filarmonica di Berlino progettata da Hans Scarhoun, che splende nel suo rivestimento giallo paglierino; la trasperente Neue National Galerie progettata da Mies Van De Rohe, leggera, essenziale e sostanziale (ahia, ad oggi è in fase di ristrutturazione), sino a giungere nel pacato traffico contemporaneo di Postdamer Platz, con l’edificio svettante del Sony Center, il negozio Lego Haus e tanti altri edifici notevoli. Da qui si giunge presto all’Holocaust Mahnmal, ossia il memoriale dell’olocausto, frutto della mente contorta dell’architetto Peter Eisenmann, che si configura come un’ordinato labirinto di blocchi di cemento di altezze differenti, dislocati su una piazza che custodisce un ricordo che pesa come un macigno.
Da qui ci si avvia verso l’arteria principale della città, il viale Unter Den Linden, dove si adagia tra i tanti il negozio della Nivea e il negozio Ampelmann, il famoso omino a braccia aperte o in procinto di camminare, segnato da un cappello, simbolo fluorescente di ogni semaforo per attraversamento pedonale della città; verso l’ortogonale Friedrichstrasse; verso il Teatro dell’Opera; verso l’elegante Gendarmenplatz, con ai margini le due cattedrali simmetriche, una tedesca e l’altra francese, e al centro la Konzerthaus; verso i colori ordinati della facciata del grattacielo GSW; verso l’elegante Galleria Lafayette; verso il negozio Ritter Sport, dove è possibile acquistare tra le tante varietà di tavolette di cioccolata disponibili, ma si può addirittura creare la propria tavoletta personalizzata scegliendo il tipo di cioccolata e gli ingredienti da mescolare all’interno. Che meraviglia!
Percorrendo ancora Friedrichstrasse ci si scontra con i ricordi estrinsechi del Check Point Charlie, l’ex punto di controllo e di smistamento del traffico umano tra la Berlino Ovest e la Berlino Est, oggi ridotto a pura attrazione turistica che sminuisce terribilmente la sua valenza storica, per poi raggiungere, passando per Mehringplatz, l’evocativo Judisches Museum, il museo Ebraico con la nuova ala emotiva progettata da Daniel Libeskind, rivestita da una lamiera, che riflette la storia e i pensieri, incisa da tagli fatti di ricordi che graffiano, in un simbolismo estetico che percorre la facciata, esplode nella pianta che ricorda una stella di David spezzata, sfocia all’interno. L’interno è altrettanto suggestivo, seppure tremendamente astratto, e le corde dell’anima vengono violentemente sfiorate nello spazio allestito con l’installazione artistica “Shalechet” (“Foglie Cadute“) ideata dall’artista israeliano Menashe Kadishman, dove circa 10.000 dischi di metallo, dalle sembianze di volti umani esterrefatti, con le bocche schiuse in un urlo metallico che si sprigiona ad ogni passo di ogni visitatore, ricoprono l’intero pavimento di un’ala alta e vuota del museo.
Se lo stomaco inizia a scalpitare, una tappa calorica può esser fatta in uno dei tanti Burgermaister, una catena berlinese che serve hamburger di qualità e chips ottime, o in uno dei tanti Curry 36, una sorta di fast food di qualità in quel di Berlino che serve la specialità della casa ossia il currywrust, un wrustel cosparso da una salsa a base di ketchup e curry: che bontà.
La sera una cena tipica tedesca accompagnata da litri di birra si può gustare nel famoso pub Berliner Repubblik, situato sulle sponde del fiume Sprea, si fanno quotazioni sul prezzo della birra come se si fosse in borsa, oltre che a preparare discreti piatti della tradizione locale.
#DAY2
E’ giunto il momento di immergersi nella raffinata quiete dell’Isola dei musei, il nodo culturale di Berlino patrimonio dell’umanità by UNESCO, in cui si snodano i principali musei, come il Pergamonmuseum, il Bodemuseum, il Neues Museum, l’ Alte Nationalgalerieand e l’ Altes Museum, tra storia, modernità e restauri in corso. Siamo ancora nel centrale quartiere Mitte e, nei dintorni, è possibile ammirare il Deutsches Historisches Museum, con l’avviluppamento circolare della trasparente scala aggiunta all’esterno; la massa del Duomo di Berlino che si riflette nel fiume; il Rathaus (municipio); la leggiadria delle corti restaurate di Hackescher Höfe; la tranquilla Auguststrasse, densa di gallerie d’arte; l’antica proliferazione di edifici del quartiere Nikolaiviertel con le pungenti vette delle torri della chiesa di San Nicola; la dinamica Alexanderplatz, dominata dall’eccentrica elevazione della famosa torre della televisione (sulla quale ovviamente è possibile salire per ammirare dall’alto il panorama più vasto), protagonista dello skyline della città, da una serie di negozi di ogni genere e dal vicino e famoso centro commerciale Alexa.
L’ora del pranzo può essere allietata da un hamburger veloce, di qualità e dal profumo etnico da Shiso Burger, proprio in Auguststrasse.
Un museo al di fuori dell’isola dei musei, degno di essere visitato, non tanto per le opere esposte, quanto per la celebre riqualificazione di questa ex stazione ferroviaria, è l’Hamburger Bahnhof. Situato nelle vicinanze dell’attuale stazione ferroviaria principale, è circondato da cantieri, da edifici in fase di edificazione, da architetture originali, come il vicino Futurium, un prisma di vetro scuro che incute imponenza. Altra architettura originale che desta ammirazione è quella dello spazio eventi del Tempodrom.
Nelle immediate vicinanze di Alexanderplatz si trova The Pub, un pub tipico e contemporaneo, ideale per una cena sfiziosa, che propone ottimi hamburger e una spillatura della birra by yourself direttamente al proprio tavolo che contiene tutta l’attrezzatura necessaria per farlo. Si paga in base a quanti centilitri di birra sono stati effettivamente spillati. Pazzesco! Per una cena più pretenziosa, che sale di livello, si può optare per una prenotazione nel celebre ristorante Katz Orange, rinomato per essere collocato in una ex chiesa, per essere alquanto esoso e per il gusto del mialino cotto a bassa temperatura per ben 12 ore.
#DAY3
Il terzo giorno inizia con una colazione sfiziosa, o magari un delizioso brunch in perfetto stile internazionale se è già weekend, da Silo Coffee, un locale che trasuda hygge nel cuore di Friedrichshain, quartiere che fa da volano verso una contemporaneità che conta. Da qui con una lunga e gradevole passeggiata, o prendendo uno dei tanti autobos, si giunge sino al celebre ponte Oberbaumbrucke, simbolo della vecchia divisione delle due porzioni di città, oggi arricchito da una nuova sezione centrale progettata da Santiago Calatrava.
Tappa fondamentale di questa giornata, e di questo viaggio, è l’East Side Gallery, quel che resta del muro di Berlino, un tratto lungo circa 1,5 km, agghindato da murales di vari artisti che hanno abbellito e reso meno drammatico un pezzo di storia che non potrà mai essere demolito. Opere di street art collaterali si spargono per il quartiere, in uno sprawl artistico che non trova mai fine e che sfocia nell’immagine de La Gioconda dipinta sulla facciata laterale di un hotel posto proprio di fronte l’east side gallery; che sfocia nel bellissimo ma crudele e spietato murales di una fetta di carne affettata da un coltello in transito tra le sue fibre nervose sulla facciata di un palazzo in Bernauerstrasse., realizzata durante la manifestazione “If wall could talk“.
La stessa Bernauerstrasse accoglie negozietti originali, un mercatino delle pulci, con baracche di street food annesse, la domenica e locali sfiziosi, come Books and Bagel per una pausa pranzo veloce o The Juicer, un negozietto che vende sfiziosi e gustosi smoothie freschi composti in maniera originale e frullati al momento.
Colpisce per maestosità Molecule Man, una scultura prorompente simbolo della riunificazione delle due metà di Berlino, che galleggia sul fiume e raffigura tre uomini giganti composti e scomposti da molecole, che si fondono in un abbraccio sullo sfondo di una Berlino contemporanea, fatta di edifici nuovi e di qualità. Percorrendo il lungo fiume che costeggia la scultura si raggiunge lo spazio rifunzionalizzato dell’Arena Berlin, una ex fabbrica dove si tengono eventi, manifestazioni, mercatini
Una passeggiata nell’atmosfera vintage e cosmopolita di Kreuzberg condita da gente di ogni dove, da negozi di second hand, da street art a profusione, dal mercato ortofrutticolo e di street food Marheinecke Markthalle, ideale per un pranzo veloce; da ristoranti etnici come il famoso indocinese Umami, ideale per una cena fresca e chiassosa, che propone una cucina asiatica rivisitata dal sapore fresco e deciso, in un ambiente immersivo dove, per accomodarsi, bisogna prepararsi ad una lunga attesa. Da non perdere assolutamente, per gli amanti del genere, Mustafa’s Gemuese Kebab, un chioschetto che propone il miglior durum o doner kebab, preso giustamente d’assalto da gente affamata in tutte le ore della giornata. Non desistete dinnanzi a quella fila eclatante: vale la pena attendere, il vostro palato mi darà ragione!
Per vivere un’atmosfera molto local, da tipico giovane berlinese tra l’hippie e l’hypster, che si gode un tranquillo pomeriggio di relax, tra chiacchere, birre, waffle e una partita a bocce, basta passeggiare lungo il canale Landwehrkanal, nei pressi di Ratiborstrasse: atmosfera grigia e rilassata sullo sfondo di un paesaggio apatico interrotto dal colore accesso delle tubature tipiche di Berlino.
#DAY4
Il quarto giorno è una giornata jolly, in cui visitare tutto ciò che di extra si possa vedere, che elude dalle attrazioni più blasonate della capitale tedesca. Come per esempio una piacevole visita alla Zoo di Berlino, collocato a margine del Tiergarten, tra specie animali di ogni specie, tra quiete e versi sommessi; una passeggiata respirando l’aria contemporanea di Kurfurstendamm e dintorni, con la lunga sfilza di negozi internazionali che fomentano la voglia di fare shopping; una tappa nella vicina e nostalgica Breitscheidplatz, che preserva le rovine di una chiesa distrutta durante la seconda guerra mondiale e il ricordo dell’attentato del 2016 nel mercatino di Natale che ivi si svolgeva; un tuffo nel razionalismo monumentale dell’Olimpyastadion, ricostruito così come era dopo un degrado incalzante; un’occhiata alla Corbusierhaus, un edificio di edilizia residenziale pubblica, nei pressi dello stadio, dove il grigiore lascia spazio a sprazzi di colore, progettato dal maestro dell’architettura moderna Le Corbusier; una visita al castello di Charlottenburg, l’austera e classica residenza estiva degli Asburgo immersa nel verde; una camminata nel parco sui generis ricavato nell’aeroporto dismesso di Temeplhof.
Per pranzo ci si può accomodare nella tipica trattoria Gasthaus Krombach, che serve deliziosi piatti tipici che trasudano abbondanza e bontà; per cena ci si immerge nell’atmosfera della tipica birreria tedesca da Dicke Wirtin.
“Berlino è povera ma sexy“. O almeno così dicevano qualche tempo fa. Oggi appare tutt’altro che povera, esibendo una ricchezza trasversale fatta di inclusività collaterale, di libertà di espressione, di progresso regresso.
( Per geolocalizzare i luoghi citati, come una buona parte di pasticcerie, pizzerie e ristoranti, visita la pagina del blog MYMAPS )
Da sempre mi chiedevo cosa fossero i tubi!! Mistero svelato… Drenanti!! Danke!! 😄
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Ahaha io pure mi sono posto lunghi dubbi amletici sulla questione tubi di Berlino 😅
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Berlino è una delle mie città preferite, cerco di tornarci appena posso complici alcuni amici che ci vivono. Il post è davvero interessante e con un sacco di info utili!!
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Grazie! Si, è una città molto bella che se visitata più volte offre punti di vista ed impressioni differenti
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