Mostri mostruosamente brutti, scolpiti in poderose rocce vulcaniche, insidiate in quel luogo da tempi immemori, rendono questo suggestivo bosco mostruosamente bello. Architetture dell’assurdo e sculture paradossali, ispirate al naturale mondo animale e, al contempo, ad una realtà prepotentemente onirica, che vagheggia quà e là in corposi frammenti di divinità, suscitano emozioni che scuotono la coscienza e regalano uno spettacolo visivo unico nel suo genere.
Il principe Orsini volle creare, nel lontano rinascimento, uno scenario quasi tetrale unico nel suo genere lì, nei giardini della sua dimora a Bomarzo, a pochi kilometri da Viterbo, e commissionò i lavori all’architetto Pirro Ligorio. Pare che anche Michelangelo ci mise la sua, di mano. E tutte queste opere fluide, dinamiche, tortuose, grottesche sono un vero preludio al Barocco romano.
Una natura selvaggia e quasi estrema enfatizza scenograficamente le costruzioni scultoree, che in un rocambolesco susseguirsi labirintico, vengono accompagnate da un rilassante suono acquatico, provocato da cascate e ruscelli, vera e propria musica per le orecchie.
La fantasia più estrema prende forma.
Bellissimo questo posto e bellissime queste sculture
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