#MFW2016 F/W: WHAT’S IN

Milano Fashion Week.

Per la cronaca, giusto solo per la cronaca, ecco quali tendenze dovremo ipoteticamente vestire o disgraziatamente sorbire nel prossimo venturo autunno-inverno 2016-2017. É qui che si decide tutto. L’unica certezza assoluta, senza ombra di dubbio, è l’eccesso, che da sempre fa da padrone nelle sfilate di sempre.

Look curvy-friendly, abbondanti, ampi (ma alloggiati su corpi troppi esili), che nascondono rotondità troppo sinuose, maxi coat e maxi pull, maxi dress e maxi bag, senza rinunciare ad un magico tocco di femminilità, che con cromie romantiche esplorano i meandri della creatività assoluta. Un viaggio bizzarro nel tempo, a partire dal Rinascimento sino a sfiorare con gusto gli anni ’30 e ’70, esplorando grunge e street style. Rombi survivor, pizzi, paiettes. Cappelli eccentrici e sportive borse a tracolla. Fantasie uscite da fantasie oniriche.

Sul podio della moda internazionale troviamo ancora il Made in Italy che detta legge in fatto di stile. E per la prima volta, la Camera Nazionale della moda presenta le linee guida sui requisiti eco-tossicologici per abbigliamento e accessori con l’obiettivo di ridurre l’utilizzo di determinati gruppi di sostanze chimiche.

L’eleganza primeggia sulla passerella di Giorgio Armani che chiude la kermesse milanese con look black velvet, soft, sobri e che profondono stile.

Sono forse 50 le sfumature di rosso per Laura Biagiotti mentre fatata è l’intuizione modaiola di Dolce & Gabbana.

Prada opta per look safari, che raccontano di donne e di avventure.

Alberta Ferretti punta su di una femminilità un po’ naif e tanto retrò.

Philosophy predilige le trasparenza; Max Mara invece stupisce con semplicità e con eleganza. E lo fa ispirandosi al movimento artistico e architettonico del Bauhaus, con essenziali grafismi colorati e capi dalle forme semplici ed estremamente gradevoli.

Gucci eccede e trabocca con paiettes, frange, piume, stampe, balze, colori.

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Nudità e amenità.
Che poi ai più è anche un alquanto inutile assistere (anche solo in maniera virtuale) a sfilate dove vanno in scena abiti troppo lunghi, troppo estrosi, troppo trasparenti, inadeguati alla quotidianità, inappropriati alla vita di sempre, eccessivi e scoordinati nelle loro contrastanti combinazioni. Che se tipo provi ad andare a prendere anche solo al volo un caffè al bar conciata in quel modo, il barista il caffè forse te lo tira addosso, almeno sei costretta a correre a casa per cambiarti d’abito! Che se tipo incontri per caso Enzo e Carla per strada gli fai andare entrambi in shock anafilattico. E se ti becchi con un’amica a pranzo, lei appena ti vede sviene, e non per la fame. Capi che potrebbero avere il benestare se presi singolarmente, precipitano vorticosamente nel gusto dell’orrido e nell’etichetta del trash se abbinati in maniera così impropria, così svitata! Capi che non indosseremo forse mai, vuoi per una mancata manciata di coraggio, vuoi per un costo esorbitante. Impertinenti stilisti talvolta non si curano del gusto comune, prediligono accostamenti estremi e sfiorano l’inaccettabile.

La moda è fatta per andare fuori moda. Ma loro per ora sembrano, delle volte, andati fuori di testa.
È solo un teatro di stile. A volte aleatorio. Ma non disdegnerei affatto qualcuno di quei capi nel mio umile guardaroba!

4 Comments

  1. Molto bello e dettagliato il tuo articolo. Ho sbirciato la nuova collezione di Dolce e Gabbana inverno 2016/2017 non riesco a trovare nulla che mi piaccia, mi sembra tutta una moda “palandrana” !mah… forse dobbiamo abituarci a nuove proporzioni! difficile per me che amo i jeans e le ballerine. Ciao

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