LA FINE DEI #VENTANNI

Ci siamo. La linea sottile, che separa nell’immaginario globale la gioventù dalla presunta età adulta, è stata scavalcata. E tutto va bene.

Almeno per ora.

Non un capello bianco in più, non una ruga in più, non una irreprensibile voglia di maternità improvvisa, non un posto di lavoro fisso. Solo quella suscettibile realtà anagrafica che ti etichetta come una trentenne.

30. Sono tanti.

Iniziano a fioccare quelle amiche che diventano madri, giovani spose, cazzute imprenditrici. Ed io che invece trotterello e vago, e nel vagar divago. E rotolando per il mondo inseguo ancora il sogno di portarmi addosso e dentro quel senso di libertà assoluta, priva di vincoli e di per sempre, che una vita vissuta alla giornata, senza programmi a lungo termine, può dare.

Poi però incombe l’ansia. Come sempre.Incombono incombenze sempre più assidue.

Mi circondo di amici più giovani, palliativo per la mia incalzante “senilità”, e canzono l’adolescenza rimembrando i bei tempi che furono in estemporanei deja-vù.

Mi illudo di “avere ancora il fisico” per “fare serata”, per ballare tutto intorno dopo aver gironzolato tutto il giorno, smorzando sbadigli improvvisi nel mezzo di una suonata elettronica, dopo un concerto indie.

E poi eccomi capitolare il giorno seguente, passando una giornata “ad energia quasi 0” a poltrire nel letto per cercare di recuperare le forze.

E, assorta tra i pensieri, già scorgo la nostalgia della pelle distesa che cerca di scappare via a gambe levate, nonostante provi a farla restare lí, tesa, abbindolandola con creme a base di enzimi Q10 e acido ialuronico.

E sento che già mi manca quel mio metabolismo veloce, che correva come una gazzella, permettendomi di non opporre resistenza alcuna ad assaggi troppo calorici nei miei tour gastronomici.

E scongiuro il temutissimo arrivo del momento della prima tintura per capelli obbligata.

Ed ecco arrivare il momento in cui per strada un tizio ti urta o ti sfiora appena e ti si rivolge con un “Scusi, signora!”. Signora a chi?! Sarà un caso, forse non mi ha vista ben in volto, ma mi scusi Signore io NON SONO UNA SIGNORA!

Perché la mia mente non è un paese per vecchi.

Perchè per ogni fine c’è sempre un nuovo inizio.

30 anni. E non sentirli.(?)

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